I nomi della nostra democrazia

Treviglio è la città dove lavoro ormai da una quindicina d’anni. Qui ho molti dei miei legami di amicizia e socialità. Treviglio ha una sua storia, ha la sua storia nella Resistenza. Dall’Archivio Centrale dello Stato di Bergamo e Roma e in particolare dai faldoni del Casellario politico centrale, da quelli della Polizia politica e dal cosiddetto registro Sovversivi, emergono le voci di coloro che a Treviglio hanno avuto un ruolo nel processo di Liberazione dal nazifascismo. Centinaia di cittadini trevigliesi spiati e controllati, schedati e ricontrollati, decine e decine di volte, con informative e relazioni che denotano la macchina repressiva e burocratica infernale messa su dal regime fascista, non solo a Treviglio, ma in tutta Italia.
E si tratta di sarte, casalinghe, contadini, operai, ferrovieri, garzoni di osteria, artigiani, venditori ambulanti, ragionieri, liberi professionisti, parroci tutti schedati e fascicolati. Una moltitudine che per opinione e/o militanza, al fascismo non solo non credeva, ma gli opponeva le idee e il fare della democrazia.
Visionare alcuni dei loro fascicoli, leggerne le biografie, scrutare i loro volti nelle foto segnaletiche, quasi sfiorarli attraverso le impronte delle loro dita e delle loro mani, mi ha prodotto un senso di emozione e rabbia. E’ l’immagine di uno Stato che si insinua nelle vite degli altri spiando e soffocando ogni aspetto sociale e affettivo, politico e civile della loro esistenza.
La luce che attraversa il prisma della storia resistenziale e antifascista di Treviglio delinea figure limpide e stimate come Achille Bonfichi e Aurelio Colleoni, Piera Argentina Patander e Giuseppe Papini. Ma tanta di questa luce, nonostante il prisma, appare ancora compatta, confusa come una bianca nebbia e attende una sua ulteriore scomposizione nell’iride.
Carlo Banfi, Stefano Ballini, Pietro Zampieri, Celestina Ausenda, Giovanni Bonomi, Livio Gazzoni, Giovanni Conti, Nicolosi Brumani, Pietro Bencetti, Brumani, Laura Fumagalli, Bertolini Elio, Giovanna, Luigi Giuseppe Cantù, Battista Cavagna, Alessandro Monzio Compagnoni, Corbetta Mario, Emilio Deponti, Biardi Ambrogio Aurelio e si potrebbe continuare…, sono solo alcuni cittadini che penso attendano di veder ricomposta la propria storia, la propria singolarità nell’arcobaleno che dalla lotta di Liberazione ha condotto alla Democrazia.
Cronaca della Liberazione è l’articolo del 5 maggio 1945, pubblicato su Il Popolo Cattolico, che descrive i momenti decisivi della caduta del fascismo: “Quando giovedì 26 aprile, colle prime luci dell’alba, ci giunse notizia di qualche subbuglio di popolo che aveva dato l’assalto alle ridotte del passato regime, la sensazione che la sera precedente era rimasta vaga, si definì e si concretò in questa certezza: è l’ora del crollo definitivo del fascismo”.
Da oltre un mese, il periodico trevigliese ha sospeso le pubblicazioni. Quell’articolo ci racconta della situazione in paese e quindi del Comando Militare che prende possesso degli edifici scolastici e del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) che si insedia nel Palazzo municipale.
La situazione in paese non è semplice, vent’anni di dittatura hanno accumulato rancori politici e personali, c’è il rischio che si sviluppino rappresaglie di varia natura al limite tra la sete di giustizia e la vendetta fai da te. Si vorrebbero tagliare i capelli, “rapare a zero” le donne che si sono compromesse con il regime nazifascista, così come si vorrebbe dar corso alle epurazioni di coloro che hanno avuto collusioni con il regime e i tedeschi. Intanto i tedeschi catturati sono portati al comando militare, i fascisti in carcere.
Il giorno successivo, Venerdì 27 aprile, alle ore 18.00, le truppe alleate entrano in Treviglio: «Una imponente colonna di Americani entrò [….] e passò per le nostre vie salutata dalle campane e dal popolo tutto.». Il CLN ha il compito di rimettere in moto l’esercizio della democrazia a Treviglio: occorre indicare l’autorità di governo politico della città.
Il 12 giugno 1945, Treviglio ha la sua prima giunta: Pier Luigi della Torre è il Sindaco designato dal CLN, è di area socialista. Il comunista Giuseppe Marta svolge le funzioni di vicesindaco e assessore. Gli altri assessori sono Cristoforo Longaretti (Democrazia Cristiana), Angelo Provenzi (Socialista), Cesare Tombini (Liberale), Alberto Accorsio (Partito d’Azione). È la giunta che guiderà Treviglio alle prime elezioni amministrative democratiche del 31 marzo 1946.
Domenico Deluso

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