Aperte le iscrizioni alla Macerata-Loreto

«Una moltitudine che si lascia guidare»

Sabato 8 giugno si svolgerà la 46a edizione del pellegrinaggio a piedi Macerata Loreto. Come ormai tradizione anche quest’anno il Centro culturale mons. Ambrogio Portaluppi organizza un pullman con partenza da Treviglio. 

Lo scopo è quello di permettere a chiunque lo desideri di partecipare a questo grande gesto di fede popolare. Il percorso notturno del pellegrinaggio si snoda per circa 30 chilometri tra le colline marchigiane e il cammino è scandito dalla preghiera, dal canto, dalle testimonianze e dal silenzio.

Per informazioni e prenotazioni ci si può rivolgere al numero 335.7625949 oppure alla libreria Fonte Viva di via Galliari.

Le prenotazioni vengono accettate fino ad esaurimento dei posti disponibili.

Pietro Giacomo Villa

Centro Culturale Mons.Portaluppi

Pubblichiamo di seguito un estratto della testimonianza di Ernesta Marone, una pellegrina che ha effettuato la camminata Macerata – Loreto nel 2023 (il testo integrale è su popolocattolico.it)

Da tempo coltivavo il desiderio di partecipare a un pellegrinaggio mariano. Nel giugno dello scorso anno ho aderito al pellegrinaggio Macerata-Loreto, propostomi da amici, contenta di poter vivere un momento di “cammino verso Maria”. La strada partendo da Macerata si inoltra per circa 30 chilometri nelle colline marchigiane per giungere al Santuario di Loreto, dove la tradizione colloca il Si di Maria alla proposta dell’Incarnazione portatale dall’angelo.

Partiti da Treviglio in pullman, arriviamo a Macerata e dopo la Messa nello stadio gremito, la consegna della croce ai pellegrini segna l’avvio del percorso notturno. Noi di Treviglio ci siamo suddivisi in piccoli gruppi per poterci aiutare vicendevolmente e con più facilità.

Muovo i primi passi con amici che scoprirò poi essere quelli dal passo più spedito, che giungeranno in prima fila a Loreto. Ci troviamo immersi in una moltitudine di persone. A fatica i gruppi riescono a restare uniti. Le provenienze sono le più disparate, da ogni parte d’Italia ma anche da parecchi paesi europei e non solo.

Iniziano i canti e scopro che la voce di chi li esegue giunge alle migliaia di pellegrini tramite gli amplificatori posti lungo il tragitto, amplificatori applicati ad aste rette da volontari disposti a stare fermi per ore fino a quando tutti i pellegrini saranno passati.

Ben presto perdo di vista gli amici con cui sono partita. Ora siamo una moltitudine silenziosa che si lascia guidare dalla recita del Rosario. Ogni Mistero del Rosario viene commentato con brani della tradizione cristiana, con la lettura di interventi di religiosi e con brani letterari collegati al tema del pellegrinaggio.

Dopo le prime due ore di cammino, ormai è mezzanotte, comincio a sentirmi stanca e con la stanchezza la paura di non farcela. Mi guardo intorno: sembra che nessuna delle persone che mi sono accanto si ponga il problema. Quindi stringo i denti e proseguo.

Durante il cammino la recita del Rosario è intervallata da testimonianze. Alcune raccontano storie di conversione, di miracoli, di gioie insperate, di sofferenze. Vengono lette richieste di preghiere a Maria pervenute da mezzo mondo, voce di una umanità sofferente che mendica per sè o per i propri cari, storie di tribolazione e di affanni sempre precedute dal nome di battesimo e del luogo di provenienza di chi le ha inviate. Il fatto di conoscere il nome delle persone per cui stai pregando te le rende familiari, ti fa condividere il loro dolore come se le conoscessi da sempre. 

[…] Quando finalmente l’alba permette di cogliere almeno un poco il bellissimo paesaggio collinare nel quale stiamo camminando mi illudo di essere prossima al Santuario ma i nomi dei paesi che stiamo attraversando mi dicono che non è così. Guardo il volto di una signora che mi cammina vicino e le confesso che sono troppo stanca e che sto pensando di fermarmi. Ci penseranno i “pullman scopa” a portarmi a Loreto. Lei mi guarda e comincia a farmi parlare. Mi chiede da dove vengo, mi incoraggia. Lei è di un paese vicino, partecipa tutti gli anni, mi racconta aneddoti della tradizione, coinvolge altre persone. La fatica si dissolve al calore di una compagnia. 

[…] Il corpo intorpidito dalla stanchezza viene sollecitato da una canzone che poi scoprirò essere l’inno del pellegrinaggio. Il ritornello “pieni di forza, di grazia e di gloria” insieme ai gesti che l’accompagnano e la gioia dell’arrivo esprimono esattamente il sentire di chi ha camminato nella notte uno vicino all’altro anche senza conoscersi, certi di essere oggetto di un destino buono che abbraccia tutto di noi: le gioie, le sofferenze, i sacrifici, la famiglia, il lavoro, gli amici e anche il nostro limite. 

Siamo finalmente nella grande discesa che porta nel centro di Loreto e poi al Santuario. C’è sempre più gente che si unisce al canto, ci saluta, applaude. Le campane suonano a festa, l’inizio del corteo ha già incontrato la statua della Madonna che è stata portata ad accoglierci dagli aviatori di cui è patrona. 

Finalmente siamo nella Santa Casa. Una preghiera veloce per permettere a tutti i pellegrini di entrare a loro volta e poi di corsa al pullman che ci riporterà a casa dopo un’esperienza sicuramente faticosa ma bellissima.

Ernesta Marone

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