«Il mercato immobiliare sta ripartendo»: l’analisi dei prezzi annuali di Confcommercio a fine 2018

Prezzi stabili per le abitazioni a Bergamo e Treviglio, in calo in alcune zone della provincia e in aumento le compravendite. È ciò che emerge dal report annuale del mercato immobiliare bergamasco realizzato da Fimaa Ascom Confcommercio Bergamo.

Secondo gli analisti “il mercato immobiliare bergamasco sta ripartendo. Già nel prossimo anno i prezzi torneranno a crescere”. L’interpretazione dei numeri da parte di Ascom dice che ciò “è già evidente nella categoria del nuovo, dove la presenza delle classi energetiche più alte produce un significativo aumento dello standard e dei prezzi. A breve il fenomeno positivo investirà anche le altre categorie del recente e del semirecente e da ristrutturare per quanto riguarda gli immobili più qualitativi. In questo nuovo ciclo non è il mercato a determinare il prezzo ma la qualità dell’immobile e la sua valutazione”.

Gli immobili di qualità, dichiara il direttore Ascom Confcommercio Bergamo, Oscar Fusini, «efficienti dal punto di vista energetico o comunque poco costosi nelle spese di gestione, inseriti in un bel contesto stanno riprendendo valore da tempo e rimangono poco sul mercato. Si vendono presto e a buon prezzo. Sono gli altri, quelli di minore qualità, a restare ancora e perennemente invenduti salvo che il venditore sia propenso a stralci di prezzi significativi quasi da vendite di fine stagione». Più prudente, ma anch’egli positivo, Oscar Caironi, presidente Fimaa Bergamo: «Siamo ancora in una fase di ripresa tutta da consolidare e frenata dal pesante carico fiscale sugli immobili e sulla zavorra della burocrazia che rallenta il normale esercizio di impresa. Ci auguriamo che il governo blocchi l’aumento dell’Iva e restituisca fiducia al comparto. Da più di un anno ormai le transazioni sono tornate a crescere, i prezzi si stanno stabilizzando e la domanda, grazie al positivo ciclo dei mutui bancari, si sta lentamente riprendendo».

Due in particolare i dati preoccupanti, secondo il report. Il primo “è che l’aumento del 3% delle compravendite di immobili strumentali è determinato esclusivamente da aste giudiziarie». Il secondo “è la riduzione degli appartamenti in affitto perché molti proprietari, vista la grande richiesta di queste soluzioni, hanno trasformato le proprie case in case vacanze e bed and breakfast sia in città che in provincia creando un problema di sommerso”.

Leggendo i prezzi medi diffusi da Ascom che si trova ad affrontare chi vuole comprare casa, emerge che “a Bergamo le quotazioni sono stabili, a eccezione di alcune zone della periferia dove si registrano lievissimi cali (-1,2%)”. Gli immobili nuovi “evidenziano migliori risultati rispetto alle altre categorie. Grazie agli incentivi per le ristrutturazioni, si evidenziano incrementi sul numero delle compravendite degli immobili da riqualificare”. In provincia, “i prezzi sono stabili nei centri principali, dove si registra un risveglio della domanda, mentre scendono nei comuni più piccoli (-2%)”. Stabili gli acquisti di immobili a scopo abitativo, in calo quella per investimenti. “La domanda è per lo più per case più grandi e più efficienti, il 41% delle vendite riguarda trilocali da 100 a 125 mq”.

I prezzi più alti nel comune di Bergamo si registrano “come sempre in Città Alta (6.300 euro al metro quadrato) e sui Colli e in Viale Vittorio Emanuele (5.200 euro); in via Finardi si spende 3.400 euro e in via San Tomaso 3.600 euro. In provincia, le più quotate sono Sarnico con 3.000 euro al metro quadrato e Lovere e Treviglio con 2.800 euro; mentre le case a Clusone Centro sono valutate 2.300 euro al metro quadrato.

Per gli uffici I prezzi di compravendita a Bergamo crescono dell’1%, in provincia dello 0,3%. I canoni segnano +2% in città e -1,2% in provincia. Per il mercato direzionale, secondo Ascom “l’anno appena trascorso conferma e amplifica la tendenza degli ultimi anni con una crescita in alcune aree e segmenti, ma anche riduzioni che rendono questo ciclo molto selettivo. La domanda si è mantenuta attenta a fronte di un’offerta di spazi che resta strutturalmente eccedente e che non riesce ad essere collocata sul mercato”.

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