Scout? No, Pirati alla ricerca del tesoro a giugno c’è l’estivo in Liguria

“La vera felicità è procurare felicità agli altri!”, questa è una delle frasi che il fondatore degli scout amava ripetere ed è un po’ il leitmotiv che ci accompagna nelle nostre attività, e solo raramente lo disattendiamo. In questi due giorni, dell’1 e 2 giugno, lo abbiamo colto in pieno, vivendo l’avventura del campo di chiusura attività proprio in città, dove tutto nacque 75 anni fa.

Il bel tempo, la vicinanza della città e le nostre abilità hanno contribuito ad un evento memorabile e all’insegna del prossimo grande appuntamento del campo estivo di gruppo che svolgeremo in Liguria, con il tema fantastico dei Pirati, intesi come gruppi di avventurieri marinareschi che si riuniscono sotto uno stesso ideale per raggiungere insieme la felicità, mascherata sotto l’icona di un tesoro.

Tuttavia, in questo evento di chiusura, pur vivendo il tema piratesco, abbiamo voluto rimanere fedeli anche alla tradizione, e quindi ci siamo suddivisi nelle 4 antiche Porte di Treviglio (Oriano, Filagno, Zeduro, Torre), e tramite giochi e sfide ci siamo contesi il Trofeo GianCesare Bettelli, che viene messo in palio ogni anno. Anche questa volta, come l’anno scorso, il Trofeo l’ha vinto Porta Zeduro, che vedrà scritto nuovamente il suo nome sull’albo dei vincitori!

Bello è stato vedere i più piccoli lupetti chiacchierare, giocare e confrontarsi insieme ai più grandi del Clan o ai “mezzani” dei reparti; con una vista prospettica e profonda si può immaginare di vedere il futuro del Gruppo ipotizzando che alcuni di loro diventeranno presto dei giovani capi: educatori e non più educandi.

Come diceva il nostro fondatore “diamo un calcio alle lettere IM della parola IMPOSSIBILE”, e poi sognare non costa nulla e allunga la vita, aggiungiamo noi.

Senza entrare nei particolari tecnici delle singole attività; piacevole e piacente è stata la partecipazione alla Messa vespertina del sabato che abbiamo voluto vivere e animare insieme al nostro Assistente Ecclesiastico Don Giovanni, facendo così testimonianza del nostro essere cattolici credenti e partecipanti, seppur a volte a modo nostro.

L’altro punto focale del campo è stato riconoscerci in un’unica entità e identità, radunata sotto i colori rosso e blu del nostro fazzolettone scout: vivere la metodologia educativa “vecchia” di oltre cent’anni, ma ancora attuale e richiesta, applicata nelle varie fasce d’età. E se anche oggi i bambini appaiono più disinvolti (a volte al limite della maleducazione), se gli adolescenti appaiono privi di grinta nell’immaginare i propri sogni e aspettative, e se i ragazzi in via di adultità sembrano poco intraprendenti, il messaggio educativo del nostro metodo lascia comunque un segno positivo che ben s’imprime nella mente e nei ricordi.

Senza dimenticare che, non essendo infallibili, qualche volta anche noi “toppiamo”; d’altronde l’educazione e le relazioni umane non sono una scienza esatta. Ma lasciando da parte la retorica e riprendendo il concetto iniziale della felicità, abbiamo provato a chiedere ad alcuni membri del Gruppo se si sentono felici : Matteo C. (esploratore): “Nella mia situazione di vita mi sento contento e realizzato.”

Riccardo V. (capo): “Posso dire con convinzione di essere decisamente felice”.

Federico G. (capo): “Seppur viva dei momenti di alti e bassi, mi sento sostanzialmente felice”.

Andrea M. (capo): “ In questo momento della mia vita ho raggiunto gli obiettivi che mi ero posto e mi sento realizzato e felice, anche consapevole di essere sulla buona strada per i prossimi obiettivi.”

Vanessa Z. (guida): “In questo momento mi sento felice, nonostante ci siano comunque alcune difficoltà.”

Elena P. (lupetta): “Sì, sono felice perché posso stare con i miei amici e perché, nonostante mi dispiaccia lasciare la quinta elementare, sono contenta di intraprendere un nuovo percorso.”

Elisa F. (capo): “Sì, sono felice, perchè, nonostante alcune difficoltà e periodi non particolarmente facili, so di avere una base solida. Ho una famiglia che mi sostiene, ho un marito che mi dà forza e che è presente, e so che qualsiasi cosa dovesse succedere ho un grande sostegno che mi aiuta a rialzarmi.”

Attraverso queste interviste, che potrebbero essere definite delle vere e proprie testimonianze, abbiamo potuto capire che cos’è la felicità.

Ebbene, anche se il mondo appare variegato nelle sue situazioni, siamo dei bravi artefici del nostro microcosmo con un grado di soddisfazione alto e appagante. Non si è felici quando va tutto bene, quando è tutto rose e fiori, ma quando anche di fronte ad alcuni ostacoli, ad alcune difficoltà che inevitabilmente siamo chiamati a vivere, intravvediamo uno spiraglio di luce e riusciamo a comprendere da dove proviene la nostra felicità e a dire “io sono felice!”. …e poi bello sapere come questo senso di felicità accomuni ragazze, ragazzi e capi.

Il nostro augurio vuole essere lo stesso che il poeta Jacques Brel ha lasciato in una sua poesia: “Vi auguro soprattutto di essere voi stessi, fieri di esserlo e felici, perché la felicità è il nostro vero destino.”

Se siete arrivati a questo punto della lettura e avete un sorriso, seppur piccolo, vuol dire che la frase citata all’inizio funziona, e quindi anche tu prova a metterla in pratica fin da subito!

Buona strada !

Anna e Franco

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